Sociologo italiano. Nel 1961 vinse il primo concorso per una cattedra in
Sociologia che in quel periodo era annessa alla facoltà di Magistero di
Roma. Per alcuni anni rimase l'unico professore ordinario di questa disciplina
finché, insieme ad altri, non si fece promotore della nascita di una
facoltà interamente dedicata alla Sociologia che nacque nel 1964 a
Trento.
F. insegnò presso numerose università straniere, specialmente
negli Stati Uniti, e dal 1962 divenne professore di Sociologia
all'università di Roma. Fondatore con Nicola Abbagnano de "I quaderni di
sociologia", assunse in seguito la direzione della rivista "La critica
sociologica". Fu tra i fondatori del Consiglio dei Comuni d'Europa,
direttore della ricerca sociale dell'Ocse (1958-60) e deputato alla terza
Legislatura (1958-63). Nel 1949 fu l'oggetto di una polemica di Benedetto Croce
contro la sociologia che venne da lui definita sul "Corriere della Sera":
"L'inferma scienza". Studioso estremamente prolifico,
nella maggior parte delle sue opere sviluppò il tema del
binomio emarginazione sociale-potere; tra di esse ricordiamo:
Sindacati e potere
(1954),
La protesta operaia (1955),
La sociologia come
partecipazione (1961),
Max Weber e il destino della ragione (1965),
Trattato di sociologia (1968),
Roma da capitale a periferia
(1970),
La sociologia del potere (1972),
Vite di baraccati (1974),
Studenti, scuola, sistema (1976),
Giovani e droga (1977),
L'ipnosi della violenza (1980),
Cinque scenari per il duemila
(1985),
L'Italia in bilico (1990),
La perfezione del nulla (1997),
Leggere, leggersi (1998),
Libri, lettori, società (1998),
La verità?
E' altrove (2000),
La società e l'utopia (2001),
La
convivenza delle culture (2003),
Il potere (2004)
(n. Palazzolo Vercellese, Vercelli 1926).